RASSEGNA STAMPA

IL SECOLO XIX - La manifestazione pacifica dei noglobal

Genova, 19 Novembre 2007

«Gli agenti c'erano, ma invisibili»
LA MANIFESTAZIONE PACIFICA DEI NOGLOBAL
Il prefetto: è stato giusto autorizzare il corteo. E don Gallo lo invita a cena con il questore

«GUARDATE che non abbiamo abdicato proprio in favore di nessuno. Le forze dell'ordine non sono state nascoste: c'erano anche se invisibili ed erano pronte ad intervenire, ma non è stato necessario. Sapevamo che sarebbe stato un corteo tranquillo, è stata una scommessa che abbiamo vinto». Il giorno dopo il corteo dei cinquantamila il prefetto di Genova, Giuseppe Romano racconta il dietro le quinte di una manifestazione pacifica, della riconciliazione tra Genova e il popolo del G8.
«Hanno detto di me e del sindaco Vincenzi che eravamo irresponsabili ad autorizzare il corteo ed è stata la prima volta, nella mia lunga carriera, che mi è stata detta una cosa del genere. Lo so che del senno del poi sono piene le fosse, ma abbiamo avuto ragione a non bloccare la manifestazione e gli organizzatori si sono dimostrati maturi e responsabili, anche nel non raccogliere l'invito di chi avrebbe voluto mescolare il ricordo del G8 e la rabbia degli ultras». Per un momento, anche se brevissimo, probabilmente Genova ha corso il rischio di essere crocevia di due malesseri che poco hanno da spartire. Momento superato dalla politica, dagli incontri, dalla mediazione. «Ci sono stati incontri con gli organizzatori, un filo diretto tra Genova e Roma, alla fine tutto è andato bene. Il Prefetto non deve far politica in quanto carica istituzionale - spiega Romano - ma questa volta mi sono mosso, sono stato in prima fila per la politica della sicurezza». L'incontro risolutivo è stato quello di giovedì con il sindaco Marta Vincenzi, il questore Salvatore Presenti, gli organizzatori e la città, commercianti ed esercenti. «Ora posso dire che la linea di quella riunione è stata vincente perché doveva passare e così è stato il messaggio di un segno di maturazione, di un superamento dei fantasmi lasciati dal G8. Sabato la gente non si è chiusa in casa, non si è rintanata e questo è stato un buon segnale».
A posteriori anche la scelta di rendere invisibile le forze dell'ordine, di dare l'impressione ai manifestanti che non ci fosse alcuna gestione della piazza è stata vincente. Invece polizia, carabinieri, guardia di finanza c'erano. Erano tra i 1400 e i 1500 uomini: circa 200, in borghese, hanno sfilato nella pancia del corteo, in stretto collegamento con gli organizzatori. Gli altri erano pronti ad intervenire «seguendo la manifestazione su fasce parallele» entra nel dettaglio il Prefetto. Il che significa che oltre i presidi fissi davanti al tribunale e agli altri palazzi del Governo, c'era un forte contingente di forze dell'ordine che, lungo la Circonvallazione a monte, avanzava sulla stessa linea del corteo, mentre a Levante era pronto un altro, massiccio sbarramento. In aggiunta la polizia municipale con l'unico compito di garantire la mobilità.
«Gli organizzatori meritano un ringraziamento perché sono stati di parola - commenta il questore Salvatore Presenti - Tutto è dovuto ad un'organizzazione corale, molto si deve al prefetto Giuseppe Romano e al sindaco Marta Vincenzi. A mezzanotte di sabato, al di là di qualche ritardo per i treni, era già tutto finito».
Il prefetto Romano e don Gallo ieri si sono sentiti al telefono: «È stata una gradita sorpresa, mi ha ringraziato per la riuscita della manifestazione» ha raccontato il prete della comunità di San Benedetto. 
Festeggeranno, invitando anche il questore, con una cena alla trattoria della comunità, la Lanterna.
Le polemiche del giorno dopo sono tutte di segno politico. È la destra che attacca per voce di Giorgio Bornacin e Gianni Plinio, senatore e capogruppo regionale di Alleanza nazionale. Sono quei 200 mila euro di «costo della democrazia» come ha detto il sindaco Marta Vincenzi a farli infuriare: «Non è consentibile che siano i contribuenti genovesi a pagare 200mila euro per ripulire il percorso del corteo dalle tante scritte eversive» affermano. «Delle due l'una, o a pagare di tasca propria è il sindaco che si è rifiutato di far versare una cauzione agli organizzatori a garanzia di eventuali danni oppure devono essere don Gallo e gli altri promotori». Gli esponenti di An hanno dato mandato ad uno studio legale «per far richiedere dall'autorità giudiziaria al la rivalsa nei confronti degli organizzatori del corteo. Basta leggere le scritte criminali per rendersi conto dello spirito pacifista che animava molti dimostranti». 
Palazzo Tursi respinge al mittente: «Accade in tutte le città del mondo, che sono luogo di complessità, che si debba ripulire dopo una manifestazione. Bisogna cercare di uscire da questa dimensione provinciale».

Alessandra Costante